Introduzione

Pagine dedicate a questo incredibile strumento ed al suo inventore

 

A cura di Giorgio Necordi

 

Il Theremin è stato inventato nel 1919 dal russo Lev Termen e può essere considerato a tutti gli effetti uno dei primi strumenti musicali completamente elettronici.
L’aspetto che rende veramente singolare questo strumento è il suo funzionamento: si suona senza toccarlo!

E’ composto fondamentalmente da due antenne, avvicinando e allontanando la mano da un’antenna, disposta verticalmente, si controlla l’intonazione mentre tramite l’altra antenna, disposta orizzontalmente, si controlla il volume. Le due antenne sono montate su un cabinet che contiene la circuitazione elettronica.
Questa peculiarità esecutiva del theremin, che lo rende estremamente attrattivo, ne costituisce il pregio e per certi versi il difetto in quanto, pur essendo uno strumento potenzialmente molto espressivo, è molto difficile da suonare, forse il più difficile, rimanendo in ogni caso uno strumento dal fascino inimitabile.

Il suono classico del theremin, secondo i modelli, varia dal violoncello-violino fino a raggiungere caratteristiche vocali. Quelli che sicuramente “suonano meglio” sono i modelli valvolari vintage prodotti dalla RCA negli anni trenta, i quali però, a causa della limitata produzione, sono praticamente introvabili, un altro theremin dal suono incredibile è quello appartenuto alla virtuosa dello strumento Clara Rockmore costruito dall’inventore stesso sempre negli anni trenta.

I theremin odierni, commercialmente reperibili, fanno ovviamente uso di circuitazioni moderne con componenti allo stato solido, cioè transistor ed integrati; è mia opinione che, seppur suonando in taluni casi molto bene, non possiedono l’anima dei loro predecessori. Quello dell’anima di uno strumento elettronico è ovviamente un concetto sfuggente e probabilmente legato più al gusto personale che a valutazioni oggettive, ma mi piace associarlo alla distinzione, questa volta effettivamente oggettiva, che si fa tra uno strumento acustico di fabbricazione industriale ed uno di realizzazione artigianale; un tipico esempio sono i violini o le chitarre acustiche.

In definitiva il senso della mia ricerca, del mio contibuto, è proprio questo: recuperare le sonorità originali, magari replicando in qualche modo i modelli blasonati e tentare di riprodurle con circuitazioni e soluzioni moderne, sia allo stato solido che a valvole.

 

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Giorgio Necordi